.:Ieri, oggi e domani:.

Questo non è un Paese per vecchi

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view post Posted on 23/9/2012, 10:18




Il 30% della popolazione italiana ha più di 65 anni. Le istanze degli anziani, secondo Roberto Bernabei di Italia Longeva, dovrebbero essere prese in esame da un apposito dicastero che con i suoi provvedimenti potrebbe stimolare le aziende a crescere in un mercato nuovo


di Giovanni Molaschi



La prima revisione della spesa pubblica prevista dal governo Monti dovrebbe far risparmiare all’Italia 7 miliardi entro la fine del 2012. Un tesoretto analogo l’attuale esecutivo vorrebbe ottenerlo anche dalla sanità pubblica. L’ottimizzazione prevista dal ministro Balduzzi dovrebbe far confluire nelle casse statali 3 miliardi nel 2013 e 4 l’anno successivo. Le risorse prodotte dalla spending review non servono solo per raggiungere il pareggio di bilancio auspicato dalla politica. Le conseguenze dei tagli servono per finanziare un sistema superato dalla società per il quale è stato pensato. “Ogni anno", evidenzia Roberto Bernabei (presidente di Italia Longeva, l’agenzia creata per migliorare la vita degli anziani), "la nostra aspettativa di vita si allunga di 3 mesi. Il 30% della popolazione italiana ha più di 65 anni. La famiglia media del nostro paese è composta da un figlio, due genitori, quattro nonni e due bisnonne”.
Secondo Giuseppe Zuccatelli, presidente della INRCA (Istituto nazionale per il riposo e la cura degli anziani), le risorse ci sono ma non sono investite sui progetti giusti. “Noi medici, precisa Zuccatelli, siamo in parte responsabili di quanto è successo al sistema sanitario nazionale. I professionisti dovrebbero fare delle verifiche costanti e orientare le risorse dopo aver accertato un’evidenza scientifica. Troppo spesso i medici prescrivono degli esami per giustificare gli strumenti inutilizzati dei reparti”.
Le risorse risucchiate dagli sprechi, secondo Barnabei, dovrebbero essere le fondamenta delle strutture che non ci sono. “Oggi, si auspica il medico, servirebbe un ministero per l’invecchiamento. L’Italia è uno dei paesi più vecchi al mondo. I problemi riguardanti la terza età non riguardano solo una parte della popolazione. Tutti noi dovremmo interessarci delle questioni connesse alla longevità”. Questa rivoluzione culturale, secondo Bernabei, compete anche ai mass media. “È necessario poter andare a "Uno Mattina" per raccontare quali esercizi fare o come si gestisce il catetere. Non possiamo affidarci solo alla scuola a cui compete invece la presentazione di un modello diverso di futuro”. Italia Longeva, per il momento, si concentra sul presente. “Bisogna mappare il territorio e riconoscere le strutture che stanno lavorando bene con gli anziani. Nessuno di noi, oggi, sa che lavoro viene fatto sugli ospiti delle case di cura”. Dallo studio della popolazione, secondo Bernabei, dovrebbero ripartire anche le aziende. “Il mondo industriale, soprattutto quello in crisi, dovrebbe concentrarsi sugli anziani. L’Italia è un laboratorio su cui lavorare per creare prodotti che non ci sono nel resto del mondo”.

L’input del geriatra, per alcune imprese, costituisce il punto d’inizio di un nuovo modello di business. “Oggi", sottolinea Maria Paola Palermi del gruppo Loccioni, parliamo di nativi digitali. Domani dovremo confrontarci con i saggi digitali. Come azienda ci stiamo occupando della qualità della vita degli anziani di oggi e di quelli che verranno dopo di loro. La longevità ha scardinato i target industriali tradizionali”. Il cambiamento evidenziato da Palermi dovrà integrarsi con il presente. L’innesto, inevitabile, avverrà grazie allo sviluppo della domotica, la scienza che si occupa delle tecnologie pensate per migliorare le prestazioni della casa. “La domotica, evidenzia Stefano Frattesi (ingegnere Indesit), sarà sempre più un collante intergenerazionale. Una tecnologia semplice, inoltre, ridurrà i problemi provocati dalle distanze. I singoli componenti di una famiglia potranno sentirsi vicini pur abitando in città diverse”. Dove, come e quando invecchieremo? Il perché lo sappiamo già.
(21 settembre 2012)


fonte: http://d.repubblica.it/argomenti/2012/09/2...italia-1229741/
 
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